I 7 tradimenti del digitale by Vanni Codeluppi

I 7 tradimenti del digitale by Vanni Codeluppi

autore:Vanni Codeluppi [Codeluppi, Vanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggi Tascabili Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2024-09-15T00:00:00+00:00


Il punto di vista di Debray

Régis Debray (2018) ha sostenuto che il diffondersi di quel «nuovo potere» che a suo avviso le aziende statunitensi del settore tecnologico eserciterebbero sulla cultura occidentale abbia un’elevata responsabilità nell’erosione della concezione della privacy esistente storicamente in Europa. D’altronde, il concetto di privacy diffuso nel nostro continente è molto diverso da quello vigente negli Stati Uniti. Non a caso Eric Schmidt, che qualche anno fa ha avuto un ruolo chiave all’interno dell’azienda Google, ha affermato che «se non vogliamo far sapere agli altri qualcosa che abbiamo fatto basta non farlo» (Keen, 2013, p. 68). Dunque, secondo questa concezione, solamente le persone che hanno qualcosa da rimproverarsi si preoccupano di cercare di evitare di far conoscere la loro vita agli altri. Ne deriva che chi si comporta correttamente non ha nulla da nascondere agli altri. In realtà, questo costituisce secondo Debray una specie di alibi, perché le aziende statunitensi ad elevata tecnologia cercano solitamente di rivendicare di essere trasparenti, ma in realtà fanno conoscere ai loro utenti solamente quello che è loro utile per sostenere e giustificare le attività che svolgono. Si arrogano pertanto il diritto di decidere per l’intera società quello che a loro avviso dev’essere escluso e quello che invece il modello puritano che impiegano può consentire di ammettere, mentre i loro utenti vengono solitamente sottomessi all’obbligo morale di non nascondere nulla di sé.

D’altronde, tali aziende godono di una posizione di tipo monopolistico e, proprio per questo, sono fortemente orientate a controllare il territorio economico e sociale nel quale operano. Spesso, addirittura, esercitano un potere che è superiore a quello di molti Stati nazionali. Si pensi, ad esempio, a ciò che è accaduto nel 2022 durante l’invasione russa dell’Ucraina, quando il sistema satellitare Starlink di proprietà dell’imprenditore Elon Musk ha facilitato la connessione a Internet degli ucraini, mentre parallelamente Google e Facebook censuravano una parte dei flussi di comunicazione attivi all’interno dello Stato russo. Nello stesso tempo, però, le aziende tecnologiche statunitensi si presentano anche come dei soggetti rivoluzionari che promettono di riuscire a fare evolvere l’umanità portandola addirittura a sperimentare una superiore condizione di armonia globale. Anzi, teorizzano che solamente agendo in piena libertà, senza dover fare i conti con dei concorrenti e beneficiando pertanto di posizioni monopolistiche, possono mettere a disposizione della società quello che promettono. La loro opinione, dunque, è che «la concorrenza ostacoli la ricerca del bene comune e il tentativo di raggiungere traguardi ambiziosi per l’umanità» (Foer, 2018, p. 13).

In realtà, la posizione di monopolio serve di solito a queste aziende per ricavarne dei maggiori benefici sul piano economico. Spesso anche attraverso delle modalità che non possono essere considerate propriamente lecite. Lo mostra, ad esempio, una ricerca effettuata dal Procuratore dello Stato di New York secondo la quale «il 72% delle unità immobiliari affittate tramite Airbnb operava in violazione delle leggi» (Pierazzuoli, 2022, p. 98). Inoltre, tutto il settore della consegna a domicilio approfitta ampiamente di una situazione di mancanza pressoché totale di regole. Così, «i fattorini e gli



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